Lovere da scoprire: la Basilica di Santa Maria in Valvendra

La Basilica di Santa Maria in Valvendra è parte integrante del ricco patrimonio storico, culturale e religioso del territorio di Lovere, cittadina incantevole affacciata sulle rive blu del Lago d’Iseo.

Si tratta di una chiesa imponente per dimensioni – non a caso, è stata a lungo la più grande della Diocesi di Brescia – e che, dal punto di vista architettonico, è considerata di particolare interesse per la fusione di elementi tardogotici e rinascimentali di gusto lombardo-veneto, sia all’esterno che all’interno.

L’estetica della Basilica di Santa Maria in Valvendra

Esternamente, la facciata della basilica mostra un’estetica sobria, con quattro contrafforti che scandiscono la superficie e un portico caratterizzato da volte a crociera decorate a graffito. Il portale principale, realizzato nel 1519 dallo scultore milanese Damiano Benzoni, è arricchito da un affresco che raffigura l’Annunciazione.

Internamente, la basilica è suddivisa in tre navate da due file di colonne. La navata centrale è sormontata da una volta a botte, mentre quelle laterali presentano volte a crociera. L’intero spazio interno mostra affreschi e decorazioni realizzate da artisti locali quali Floriano Ferramola e Ottavio Viviani, che impreziosiscono le pareti con scene religiose e motivi decorativi.

Complessivamente, lo stile architettonico della Basilica di Santa Maria in Valvendra riflette pienamente l’influenza delle tendenze artistiche e architettoniche del Cinquecento, con una fusione armoniosa di elementi gotici e rinascimentali che conferiscono all’edificio un’atmosfera ricca di fascino e particolarmente suggestiva.

Una storia suggestiva iniziata nel tardo Quattrocento

La Basilica di Santa Maria in Valvendra venne edificata in soli dieci anni, tra il 1473 e il 1483, su un imponente terrazzamento artificiale in località Val Vendra. In origine, era stata eretta come santuario votivo in onore della Vergine delle Grazie dalle famiglie del Borgo di Lovere, che avevano tratto notevoli ricchezze dal commercio del rinomato panno di lana. Una curiosità: la costruzione della Basilica richiese la deviazione del torrente Valvendra, il cui antico alveo scorreva proprio nel centro dell’edificio.

Le nove cappelle situate sul lato sinistro, chiuse da cancellate in ferro, furono costruite tra il primo e il secondo decennio del Cinquecento. Tra le opere d’arte in esse presenti spiccano gli affreschi nella seconda cappella, dedicata alla Trinità, realizzati nel 1580 da un artista vicino al creatore della pala dell’altare maggiore; quelli della quarta e quinta cappella, dedicate a san Giuseppe e all’Immacolata, eseguiti rispettivamente nel 1544 e nel 1535 da Andrea da Manerbio, e i dipinti nella cappella di San Francesco, realizzati da Gian Giacomo Barbelli nel 1647.

Il presbiterio, chiuso da una sontuosa cancellata, è suddiviso in due campate che terminano nell’abside poligonale. Le pareti sono decorate con fantasiose architetture dipinte da Ottavio Viviani tra il 1645 e il 1646 e con scene mariane che raggiungono il culmine con l’Incoronazione della Vergine di Ottavio Amigoni nella volta della campata centrale. Sulla parete sinistra è posizionato l’organo, realizzato nel 1518 per il Duomo Vecchio di Brescia e trasferito a Lovere nella seconda metà del XVII secolo. Sulle pareti sono inoltre appese tre grandi tele del Seicento raffiguranti episodi della vita di Cristo, opera di Bernardino Gandino e Domenico Carpinoni a sinistra, e di Gian Giacomo Barbelli a destra.

L’altare maggiore in marmo (1719-1720), realizzato da Andrea Fantoni, include un tronetto per l’esposizione dell’eucarestia. Sul retro dell’altare è collocata la pala, incorniciata in una magnifica cornice in legno dorato risalente al 1592, che raffigura l’Assunta ed è stata realizzata dal pittore Tommaso Bona. Il coro ligneo cinquecentesco con tarsie alla certosina è invece opera di Clemente Zamara.

In conclusione, la Basilica di Santa Maria in Valvendra è considerata – a ragione – una delle architetture religiose più interessanti non solo del territorio del Sebino, ma di tutto il Nord Italia. Ricca di influenze artistiche e affascinante nell’estetica, oltre che suggestiva e imponente nelle dimensioni, quest’opera architettonica merita senza dubbio una visita dedicata.

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